Ripercorriamo il video del nostro presidente Renzo Masolo che spiega la posizione di Fiab Bassano relativamente all’opera di ristrutturazione del Ponte Nuovo, alla luce di quanto abbiamo potuto capire dalle tavole del progetto reperite autonomamente dal sito del comune solo alcuni giorni antecedenti all’inizio dei lavori.
Esprimiamo la nostra delusione per non essere stati invitati alla presentazione dei lavori. Non entriamo in merito alla polemica sorta sui tempi e le modalità della chiusura del ponte. Ci soffermiamo invece sugli aspetti tecnici che sono stati adottati e che emergono dalle tavole del progetto.
CRITICA ALLE SCELTE TECNICHE INERENTI AGLI UTENTI DEBOLI
Critichiamo la scelta di togliere la corsia ciclabile ed adottare la soluzione della ciclo-pedonale in un marciapiede condiviso dagli utenti deboli della strada (seppur in una sezione più ampia).
SCELTA CHE VA NELLA DIREZIONE OPPOSTA RISPETTO AL PIANO NAZIONALE DELLA MOBILITA’ CICLISTICA
Secondo FIAB Bassano con questa soluzione si fa un passo indietro rispetto alla soluzione adottata precedentemente ed è in chiaro contrasto con le linee guida del Piano della Mobilità Ciclistica urbana ed extra urbana approvato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Il documento programmatico del Ministero, infatti, indica: [… la necessità di definire regole chiare di convivenza sulle strade, per consentire lo spazio in favore della mobilità ciclistica, per costruire, dove necessario, percorsi dedicati ai mezzi a due ruote ma, soprattutto definendo modelli di coabitazione tra gli utenti della strada. In questa ottica è rilevante promuovere interventi integrati: un abbassamento della velocità veicolare e, contestualmente, un uso condiviso, in sicurezza, delle strade da parte di tutte le utenze.
Inoltre, va ripensata, in una logica di effettiva separazione, la coabitazione tra pedoni e biciclette in percorsi promiscui, adottando modelli ormai ampiamente affermati nel resto d’Europa, superando la filosofia, sin
qui prevalente, dei percorsi ciclopedonali. ] (I.2 LA STRATEGIA NAZIONALE PER LA MOBILITÀ CICLISTICA)
SCELTA DELLA CICLOPEDONALE NON COERENTE E IN DISCONTINUITA’ CON QUANTO TROVIAMO PRIMA E DOPO IL PONTE
Altro problema che solleviamo, qualora le soluzioni prima e dopo il ponte non vengano modificate pesantemente, è la mancanza di continuità e ciclabilità tra la soluzione adottata sul ponte e le corsie ciclabili che troviamo sulla sponda destra e sinistra del ponte. Questo genererà grande confusione e mancanza di fluidità del percorso ciclabile già oggi ostacolata dai parcheggi “selvaggi”.
MODERAZIONE DELLA VELOCITA’ A 30KM/H COME STRUMENTO PRINCIPALE PER GARANTIRE SICUREZZA SUL PONTE E PIU’ IN GENERALE SULLE STRADE URBANE
Ribadiamo ancora una volta l’importanza dell’introduzione del limite dei 30km/h come prima e principale misura per aumentare il livello di sicurezza stradale, dentro e fuori dal ponte per tutti gli utenti, pedoni e ciclisti in primis, ma anche degli stessi automobilisti. La divisione e confinamento degli utenti deboli della strada in vie ciclopedonali, per mezzo di costosi divisori non va nella giusta strada ed aumenta il pericolo di incidentalità tra pedoni e ciclisti.
MOLTEPLICI SOLUZIONI CHE FIAB BASSANO PROPONE COME ALTERNATIVA AL PROGETTO CHE SI DENOTA DALLE TAVOLE DEL PROGETTO
Ferma restando l’applicazione del limite dei 30 km/h, vorremmo dare all’amministrazione i nostri suggerimenti per migliorare il progetto abbozzando un paio di proposte che ci piacerebbe discutere con l’assessore Zonta:
- Mantenere la ciclopedonale come da progetto ma aggiungere una corsia ciclabile o al limite una bike lane sulle carreggiate. Questo consentirebbe ai ciclisti meno abituati a condividere gli spazi stradali con le auto come anziani, famiglie e ragazzi, di percorrere la ciclopedonale e al contempo ai ciclisti più esperti di percorrere in sicurezza la carreggiata, in continuità con la ciclabile prima e dopo il ponte.
- Lasciare il marciapiede ad esclusivo uso dei pedoni e lasciare una corsia ciclabile per ogni senso di marcia al fine di dare continuità e fluidità alla ciclabilità della strada.
MANCA UNA VISIONE D’INSIEME DELL’INFRASTRUTTURA E DELLA SALVAGUARDIA DEGLI UTENTI DEBOLI DELLA STRADA
Ancora una volta dobbiamo constatare la mancanza di una visione allineata alle linee guida a cui sempre più comuni si allineano per migliorare la sicurezza stradale ossia quella di moderare la velocità degli autoveicoli nelle zone urbane essendo questa l’ingrediente essenziale di tutte le tragedie che affliggono le nostre strade. Si procede ancora con la logica della separazione dei pedoni e dei ciclisti confinandoli in una zona promiscua come le ciclopedonali, che a loro volta diventano spazi pericolosi in quanto non è possibile livellare la velocità delle biciclette a quelle dei pedoni. E’ invece possibile limitare la velocità degli automobilisti avvicinandola a quella dei ciclisti rendendo possibile e sicura la loro convivenza.
Ancora, dobbiamo assistere ad uno “spezzatino” di rete ciclabile, dove il ciclista deve fare i conti con la quotidiana discontinuità tra ciclabile, marciapiedi, archetti, precedenze da concedere a strade secondarie, auto parcheggiate sulla ciclabile e quant’altro. Dalla fine dei lavori, anche sul Ponte Nuovo.
RIFLESSIONE FINALE
La chiusura del ponte porterà inevitabilmente ad un’intensificazione del traffico. Questa potrebbe essere una buona occasione per molti cittadini per sperimentare la praticità e la convenienza di spostarsi in bicicletta specie per percorsi urbani nel raggio di 5 km. La percorrenza del centro storico e del Ponte Vecchio potrebbe essere una valida alternativa che dovrebbe però essere facilitata dall’amministrazione. Attualmente, a causa del groviglio di sensi unici che non consentono ai ciclisti di attraversarlo semplicemente da una parte all’altra, il centro è disagevole. L’introduzione di sensi unici eccetto bici, una soluzione facile e pratica, consentirebbe di snellire i percorsi ciclabili rendendoli una reale e desiderabile alternativa al traffico automobilistico.
Infine, FIAB Bassano ribadisce la propria disponibilità a mettere in campo la propria esperienza e competenza per mettersi al servizio dell’amministrazione per contribuire ad una progettazione partecipata. Disponibilità che, dobbiamo constatare, più volte non sembra essere stata valorizzata.
Ci dispiace che lavori di questa entità che coinvolgono molte risorse e denaro pubblico vengano progettati senza la partecipazione dei diversi portatori di interesse e partner competenti come FIAB che avrebbero potuto sicuramente migliorare le soluzioni definitive dedicate agli utenti deboli che si troveranno con un eventuale handicap infrastrutturale per molti e molti anni.