Sapete cos’è il BAM?

 

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Beh se non lo sapete vogliamo farvi conoscere il BAM dalla penna (tastiera) dei soci e socie che ci sono stati. Siamo convinti che i loro racconti vi faranno sorridere, interessare ed emozionare e soprattutto vi metteranno una grande voglia di andarci il prossimo anno. Ecco il bellissimo racconto di Diego Alberton:


A volte il desiderio diventa azione in modo sorprendentemente veloce, proprio come quando Gerri mi disse che da li a una settimana sarebbe partito con Marco per il BAM a Mantova.
Vieni anche tu? Pronti e via!
Ci conosciamo per il podismo ma è la nostra prima esperienza insieme su pedali, casualmente Gerri mi raccontava del suo rientro in bici in notturna da un concerto a Bologna e io gli riportavo la mia esperienza alla Night Ride al BAM di Noale di qualche anno fa.
Il Festival è un “il più grande raduno europeo di cicloviaggiatori”, un caravanserraglio di gente in bicicletta di tutte le risme e provenienze, poco sportivo e molto informale.
Inizia così una settimana di preparativi: prenota il posto tenda, verifica l’equipaggiamento da portare, le condizioni della bici… I messaggi della chat creata ad hoc si infittiscono mano a mano che l’evento si avvicina, siamo già belli carichi prima ancora di partire!
Lascio ai ragazzi l’organizzazione del percorso essendo già pratici ed attrezzati. Gli organizzatori del meeting invitano i partecipanti a condividere i loro percorsi, così infatti troviamo anche noi una traccia già pronta da Bassano: 143 km con buona parte su ciclovia.
Io pedalo tutti i giorni 20-30 km, non ho mai fatto tragitti così lunghi ma la cosa non mi spaventa (incoscienza e spirito d’avventura hanno il sopravvento).
Partenza sabato alle 8.00 dal Ponte degli Alpini per la foto di rito: realizziamo che il posto è deserto e tentiamo degli autoscatti, ecco però comparire per magia la fatina ciclistica Alessandra Vanin che ci immortala e accorda la sua benedizione.
Dallo scatto si evince subito la situazione: gli altri due con bici sportive da gravel e pacchi leggeri e ben distribuiti, io invece con una bici da cicloturismo caricata in modo irragionevole, un misto tra la moto di Guevara-Granado (la “Poderosa”) e Fantozzi alla Coppa Cobram…
Partiamo con baldanza e il sorriso che contraddistingue le grandi avventure, raggiungiamo Cittadella e scendiamo ancora per raggiungere il raccordo con la celebre (e incompleta) ciclabile Treviso-Ostiglia. Se terminata ci avrebbe permesso infatti di raggiungere la meta con un certo agio e in sicurezza, ne percorreremo purtroppo solo pochi chilometri all’ombra degli alberi che la costeggiano e fruendo delle sue aree di sosta. Il percorso si dipanerà tra colli Berici e Euganei, per poi proseguire nel Veneto agricolo del basso vicentino e del veronese, gradevole alla vista e allo spirito. Nei primi 100 km ci lasciamo andare anche a qualche sgambata più vivace nei tratti rettilinei, quando però la freschezza atletica viene meno condividiamo la “modalità risparmio energetico” in tacito (quasi) accordo. La lieve pioggia di Montagnana mitiga la fatica, da Legnago in poi risplende il sole e noi ci sentiamo già arrivati… Dopo otto ore finalmente ci siamo!
Il BAM a Mantova è ubicato nell’area del Campocanoa, dal lato opposto del Mincio rispetto al centro, posizione che permette di godere appieno della celebre “skyline” della città. L’area è un andirivieni di ciclisti, ci sono centinaia di bici parcheggiate sulle transenne da chi è già arrivato, tende che riempiono quasi lo spazio di campeggio. L’area principale, con stand e palco, è vicina all’ingresso ed è già molto popolata, il pubblico segue una presentazione di un viaggiatore in bici.
Tenda a terra e doccia, ci buttiamo nella mischia dove Gerri e Marco individuano subito due radio-celebrità con i quali scambiamo qualche chiacchera e selfie. Allontanandoci vinco l’imbarazzo e chiedo chi siano i due: erano DJ Aladin e Frank Lotta di Radio Deejay.
La fauna presente è variegata sia per genere che per età, agghindata nei modi più bizzarri e desiderosa di leggerezza e socialità. Apprendiamo che qualcuno è partito addirittura da Gela…!
La notizia della nostra gitarella ha raggiunto altri amici di bici di FIAB Bassano, ci troviamo a salutare Elisa ed Egidio che stanno già ripartendo per rientrare. Mi contatta poi Angela, che con Flavio è impegnata in uno stand, ci ritroviamo per saluti e una foto (nella quale sembro un nano ciclista da giardino, Pèdalo, vista l’altezza dei due…). Intorno a noi continuano giochi in graziella, brindisi e gavettoni!
Esploriamo gli stand ricchi di prelibatezze ciclistiche e poi ci concediamo un aperitivo in centro per ammirarne le bellezze, sempre in bici. Al rientro il djset di Aladin è entrato nel vivo e nonostante i chilometri si balla sotto il palco come ragazzini.
Avvicinandoci alla mezzanotte la stanchezza inizia a farsi sentire, insieme anche alle prime gocce della pioggia abbondante prevista. Decidiamo quindi di deporre le armi e ci prepariamo per il riposo, io e Gerri nella ampia (e pesante) tenda igloo e Marco nel suo leggero sarcofago oggetto di scherno da parte della genti ciclistiche.
Ci svegliamo con il sole splendente del mattino che non ci abbandonerà più fino a Bassano. Ci accodiamo mestamente alla fila per la colazione offerta da uno sponsor (ci sono poche cose che smuovono le coscienze quanto la parola gratis…) e quindi integriamo con la seconda e la terza colazione. Si preannunciano altre otto ore di pedalata, per quante alchimie si tentino di fare con il navigatore. Molti sono già in sella su bici più o meno cariche per ripartire e viaggiare tutto il giorno, qualcun altro arriva ora e si godrà gli eventi della giornata. Il BAM è anche questo, un incessante andirivieni di viaggiatori e curiosi. Per i più volenterosi la giornata inizia con una seduta di yoga collettiva.
La FIAB locale è presente con uno stand e organizza delle uscite per scoprire Mantova in bici... sarà per la prossima volta!
Con le gambe ancora indolenzite iniziamo e levare le tende e a caricare le bici, raccogliendo nel frattempo impressioni e notizie dai vicini di tenda (una addirittura del New Mexico!). Marco e Gerri discutono sulla rotta mentre getto le ultime occhiate al campo base della festa, sarebbe bello rimanere ancora un po’ ma la strada ci chiama. Ciao Mantova, sei bella ed accogliente!
Recuperate le provviste per il viaggio ci immettiamo sul percorso stradale previsto, 125 km circa tutti su strada e sotto il sole a picco. Il caldo si fa sentire e dobbiamo fermarci più frequentemente per ripristinare le scorte idriche (alla fine conto circa 7-8 litri di liquidi ingeriti…). Il ritorno procede con più calma e ci godiamo il paesaggio dei primi chilometri nella campagna.
Purtroppo non manca uno spiacevole episodio con una persona (con probabili turbe psichiche mi vien da pensare) in auto che arriva a minacciarci con un cacciavite e ad appostarsi lungo il percorso. “E’ la strada bellezza!” diranno i più navigati.
Tra kebab, sfottò, strade sbagliate e infinite risate arriviamo alla vista del Monte Grappa, ci sentiamo già a casa. Una coppia di ragazzi ugualmente di rientro da Mantova ci supera con leggerezza come se fossero appena partiti, tanto per farci capire che non siamo più così baldi e giovani come ci sentiamo…
Gli ultimi metri finiscono con Gerri che prova la “Poderosa”, una bella birra di commiato e un “colpo de mona” tra me e Marco che rischiamo di schiantarci uno sull’altro a due chilometri da casa.
Riassunto: 2 giorni, 270 km, 16 ore di viaggio, risate incalcolabili, aneddoti da raccontare quanti basta, soddisfazione smisurata e voglia di ripartire tanta.

Il riassunto tralascia tutto quello che potevo scrivere ma non sarebbe stato capito: aneddoti, tormentoni e perculate che tre amici in bici potranno ricordarsi ad ogni incontro.
BAM per me è soprattutto questo: avventura, amicizia e bicicletta, “la stessa ragione del viaggio, viaggiare”.

 

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