Pianello, franano massi nel Brenta

Frana la montagna sulla strada del Pianello. Nuovo smottamento l'altra notte sul versante est dell'Altopiano verso la Valsugana: altri massi sono piombati sulla pista ciclabile che attraversa la località Pianello, tra Enego e Primolano, ai confini con il Trentino. La frana ha raggiunto anche il Brenta.

8 04 2018rs

 

da "ll Giornale di Vicenza", 9 aprile 2018, di Enrico Saretta

Il sindaco Cappellari: <<Ora basta, ciclabile bloccata per anni. Dalla regione mi attendo interventi concreti per la messa in sicurezza>>

Il sindaco di Enego Fosco Cappellari, su tutte le furie, annuncia una nuova lettera alla Regione per spingere gli enti preposti a intervenire.
«È un disastro - riferisce il sindaco, accorso sul posto ieri mattina -. Sono crollati a fondovalle migliaia di metri cubi di roccia, finiti dritti in mezzo al fiume Brenta. Ci sono massi giganteschi che hanno ostruito parte del fiume. L’acqua riesce comunque a passare. Il fronte della frana,nella parte alta, è di circa 400 metri. Una cosa spaventosa».
Quella della notte tra sabato e ieri è la quarta frana nel giro di pochi mesi che interessa la zona. La prima si era verificata a dicembre, e aveva spinto il sindaco di Enego a emettere un’ordinanza per il divieto di transito nella strada del Pianello. È un tratto chiuso da tempo della pista cidopedonale del Brenta, che fino a dicembre veniva però usato ancora come strada vera e propria degli abitanti della piccola località, che sono circa una decina.
«Qui però non si potrà più passare per almeno 5-6 anni, perché l’area è completamente impraticabile e pericolosa», continua il sindaco di Enego. Basti pensare che ieri mattina il primo cittadino ha avuto il suo bel da fare per tenere alla larga passanti e curiosi che si avvicinavano alla frana. Cosi, insomma, non si può andare avanti. Di conseguenza, il sindaco di Enego annuncia che farà tutto ciò che è in suo potere per spingere gli enti proposti a intervenire.
«Scriverò innanzitutto alla Regione, perché servono degli interventi concreti per la messa in sicurezza di quest’area - afferma Cappellari -. Bisogna procedere con il disgaggio».
Si tratta di una tecnica utilizzata per la messa in sicurezza in tempi brevi di una parete rocciosa, di una scarpata tendente a franare o del fronte di abbattimento di una galleria. «Nel caso in questione, è necessario innanzitutto analizzare la parete rocciosa e, se necessario, procedere con le mine per realizzare delle frane controllate - spiega Cappellari -. Dopodiché bisogna creare un vallo, per raccogliere eventuali detriti. Ora comunque, inevitabilmente, la frazione è completamente isolata. Per raggiungere la strada che porta ad Enego gli abitanti dovranno allungare il percorso di diversi chilometri.

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